Quando è stata fondata, nel 1976, l’Associazione A.N.D.O.S. onlus era un piccolo progetto con un grandissimo sogno. Le fondatrici e le prime volontarie, infatti, avevano intuito che il tumore al seno non era una “semplice malattia”. Era qualcosa di più complesso e profondo, una ferita non solo del corpo, ma anche dell’identità femminile, che richiedeva un supporto e un approccio specifici. ” http://www.andosonlusnazionale.it/chi-siamo/

Insieme alle donne del gruppo di Brindisi, è stato realizzato un progetto fotografico. Le parole chiave di questa esperienza sono “vita, femminilità ed unità“; in questi scatti c’è tutto questo, non c’è la paura ma c’è la rinascita, non c’è il buio ma c’è la luce, non c’è il prima ma c’è il durante ed il dopo, non c’è solitudine ma c’è unione, non c’è malattia ma c’è amore, verso gli altri e verso se stessi. Vedere la gioia di quanti hanno vinto rende più forte chi si trova a dover lottare.


Il messaggio a tutti coloro che si trovano ad affrontare una sfida simile è che insieme si vince, che la forza per superare questa grande difficoltà è dentro di sé e dentro gli altri, ma soprattutto nell’unità. L’amore verso gli altri e l’amore verso se stessi corrono di pari passo, chiudersi in se stessi è controproducente.

Un sorriso può essere una maschera, sorridere non significa fingere che qualcosa non esista, non significa fingere che sia semplice, non vuol dire che la sofferenza non c’è. Un sorriso è la risposta, è la cosa più potente che abbiamo per affrontare il male. Sfoggiare un sorriso è sinonimo di forza.

Il progetto ha inoltre come obiettivo l’esperienza fotografica, intesa come un pretesto per incontrarsi e stare insieme, un pretesto per sfoggiare la bellezza e la femminilità, per sorridere nonostante tutto.

Il progetto infatti non è fatto solo per mostrare qualcosa all’osservatore, ma è fatto soprattutto per vivere l’esperienza di unione e toccare con mano i tre temi trattati, vita, femminilità e unione. Senza pose studiate, le protagoniste sono state lasciate libere di esprimersi, in contesti diversi.

Risate, abbracci, sguardi a volte intensi e a volte persi. In questi scatti c’è la vita che vince su tutto, e che viene vissuta con forte consapevolezza. Questa esperienza aiuta chi si trova a dover affrontare la stessa difficoltà: avere chiaro il punto di arrivo aiuta ad affrontare le avversità con più forza.

Vincere significa ritrovare la serenità e la pace, significa diventare più forti, come si evince da queste immagini: avere chiaro il punto di arrivo aiuta ad affrontare la difficoltà, che senza dubbio c’è e appare insormontabile.

Mirella

Descritta in questo scatto, illuminata dalla cosiddetta “luce Rembrandt”, Mirella manifesta il suo carattere materno e romantico. La scelta del bianco e nero serve a rendere ancor più descrittivo il ritratto.

Lei rappresenta l’associazione, è punto di riferimento per i componenti del gruppo e per chi si interfaccia con tutte loro.

L’associazione è un punto fermo, ed è esempio di grande umanità.

Dedica da parte del fotografo a tutto il gruppo: “Grazie per questa meravigliosa esperienza insieme a voi, persone splendide e luminose. Nella fotografia l’elemento principale è la luce, in senso fisico ed in senso filosofico; la vostra luce ha lasciato dentro di me un’immagine stupenda. Il sorriso di ognuna di voi mi ha insegnato tanto, mi ha fatto riflettere molto. Sono sicuro che la stessa cosa accadrà a tutti quelli che osserveranno col cuore le vostre immagini.”

Grazie a Mariantonietta Intiglietta, Maria Rizzelli, Dorina Morroi, Sabrina Zurlo, Vilma Zanzariello, Francesca Danese, Cinzia Di Donno, Mina Saponaro, Alessandra Siciliano, Elena Melpignano, Ilaria Tafuro.