Esprimersi è possibile usando dei linguaggi. La fotografia è uno dei linguaggi esistenti, ma tante volte non è sufficiente per essere compresi. Magari non è sempre importante essere capiti, ma tante volte è indispensabile spiegarsi per sentirsi veramente appagati, specialmente quando esprimersi serve a riversare fuori dalla propria mente dei concetti che devono venire fuori per esigenza personale, o quando serve collaborare per arrivare a delle conclusioni su alcuni concetti per i quali si sentono tanti dubbi.
Ecco che si può fare ricorso alle parole, e si può scegliere di affiancare le didascalie alle proprie immagini, che siano in grado di motivare e non lasciare grande spazio alle libere interpretazioni.

Non è però questo l’unico motivo che giustifica l’affiancamento delle parole alle immagini; oggi regnano i social network, perfetti ambienti per esporre in modo permanente e gratuito, utili per creare connessioni ed evolvere il proprio pensiero. In questo scenario la scrittura può aiutare a dare un senso a quei lavori che potrebbero risultare piacevoli alla vista ma che non devono essere confusi con quelli dei milioni di utenti impegnati nella produzione di immagini senza contenuti.

Penso sia particolarmente interessante la scrittura di parole in rima, lo considero un affiancamento di contenuti creativi, e penso sia molto affascinante specialmente quando si tratta di contenuti appartenenti a persone diverse. Le collaborazioni sono cose meravigliose, riempiono di stimoli ed entusiasmo e consentono grande evoluzione.