Fotografie della costa di Monopoli (Bari)

Concept del progetto: Perdersi oltremare. Perdersi significa allontanarsi da ciò che era noto, per volere o per imposizione, dai punti fermi, dalla luce, per andare verso il buio, l’ignoto.
Osservare immobili l’infinito di fronte a sé è la contemplazione dell’attimo che sta prima del cambiamento. Scegliere se andare, immaginare, rischiare, tentare, perdersi, ancor prima di andare.
Perdersi, e poi ritrovarsi? Oppure rimanere erranti.
Perdersi, come si perde il migrante che lascia il suo paese e si protrae verso il mare sconfinato. Perdersi, come si perde chi lascia tutto e vuole ricominciare, quando si sente oppresso, fuori posto.

Esperienza fotografica: Di notte, tutto è più lento, tutto è più tranquillo.
La mente è stanca e cerca riposo, esclude i pensieri più faticosi per lasciare spazio alla percezione sensoriale.
Sulla scogliera marina, di notte le luci sono lontane e le persone assenti.
Si avverte il suono delle onde, la brezza del vento, il profumo di salsedine.
La fotografia notturna e le lunghissime esposizioni offrono qualcosa di magico, consentono di vedere qualcosa che al buio l’occhio nudo non riesce ad apprezzare fino in fondo.
Nella fotografia la luce, i colori, i dettagli, diventano diversi, creano un’atmosfera nuova.
Osservare a posteriori l’immagine nitida del paesaggio nel quale si era immersi richiama la memoria dell’esperienza multi sensoriale vissuta, e mostra i dettagli che risultavano nascosti, come accade al risveglio da un bellissimo sogno.
Rimane il ricordo sensoriale, suggellato in una immagine concreta.
Fotografare di notte è un’esperienza mistica, la natura è al centro e l’osservatore un essere in cerca di riposo, indifeso e disarmato.
Abituàti a considerare la natura come fonte di energia da piegare a nostro piacimento, questo progetto vuole considerare l’uomo come semplice spettatore, lasciando tutto al suo posto.
La natura è un meccanismo che segue le sue logiche, e l’uomo rimane soltanto un ospite.
Questo tipo di esperienza fotografica educa l’uomo a rispettare l’ambiente, abitua ad abbandonarsi, a percepire la presenza di equilibri delicati alla base di meccanismi imponenti.
Andare a modificare un singolo particolare può compromettere l’intero sistema.
Se si comprende tutto questo allora tutto appare chiaro, ogni percorso si rivela lineare e definito. Se ci si sente parte del sistema allora ogni scelta non potrà più spaventare.
Perdersi oltremare. E poi ritrovarsi.