Dedicarsi una canzone d’amore ed accostarla ad un collage con le immagini del proprio corpo può aiutare a conoscersi, accettarsi ed amarsi un po’ di più.

Concept

Penso sia molto difficile accettare ed amare il proprio corpo, al di là della propria età o del sesso. Osservarsi significa percepire e prestare attenzione a se stessi, rispettarsi e prendersi cura di se, essere coscienti del posto che occupiamo nel mondo in mezzo agli altri.

Così come ho imparato nel corso dei miei studi sull’autoritratto, la fotografia aiuta a guardarsi con distacco fino a percepire la propria identità dall’esterno e permettere di dedicarle la giusta cura.

Il progetto

Il progetto è il risultato di un percorso personale altamente introspettivo; partendo dalla voglia di rappresentare il mio corpo in modo molto intimo ho scelto di realizzare le fotografie di alcuni dettagli della mia persona in momenti diversi e molto delicati, quando il giudizio di me tendeva ad essere negativo. La scelta di riunire le immagini di ogni sessione fotografica con la tecnica del collage rappresenta il tentativo di riunire tutti i pezzi di me per collocarli nel modo più opportuno, al fianco di paesaggi di un mondo che amo ma che spesso faccio fatica ad abitare, insieme ai versi di canzoni d’amore che a me stesso ho voluto dedicare.

Sempre e per sempre

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Us against the world

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Cosa c’è

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Anche fragile

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Come away with me

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Una poesia anche per te

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Andiamo

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Il più grande spettacolo dopo il big bang

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Ninna nanna in re

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Vai bene così

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Esercizio

L’obiettivo del progetto è quello di fotografare se stessi, mettersi a nudo di fronte a se stessi, collezionare ciò che ci piace e tralasciando il resto. Questo significa guardarsi dall’esterno, esplorarsi, illuminarsi, cercarsi, piacersi, accettarsi, amarsi.

Cosa ritrarre? Sarebbe il opportuno fare un primo ritratto di se stessi in primo piano mentre si sorride, poi un secondo ritratto con un’espressione a piacere. Guardare nell’obiettivo significa sentire la presenza dello spettatore, cioè noi stessi quando guarderemo la foto. Dopo di che fotografare ciò che si vuole, soltanto ciò che ci piace; in questo caso le immagini saranno introspettive.

Un esempio? Si può provare a ritrarre le mani, le dita, il collo, le braccia, le gambe, il petto, i piedi, le ginocchia, tutto da diverse prospettive. Tutto ciò che ci piace, tralasciando ciò che non ci piace. Fotografarsi, guardarsi e fissare l’immagine, darsi una, due, tante possibilità fino a quando non si decide di andare oltre, diritti verso il dettaglio successivo.

A questo punto si dovrebbero scegliere le immagini. Guardarle ed andare oltre. Convertirle in bianco e nero, apprezzarle con il fascino del bianco e nero, con i dettagli che raccontano le giornate, gli anni. Non solo le forme, ma anche i dettagli, la pelle, i peli, le ossa. Ogni cosa è il nostro corpo, quel corpo che contiene ogni emozione, ogni sensazione. Guardati, raccontati, amati.

Successivamente si crea il collage. Spostare, ridimensionare, avvicinare, allontanare. Il risultato finale deve avere un senso, gli accostamenti devono avere un senso.

Infine associare il testo di una canzone d’amore dedicandola a se stessi, si potrà scrivere in alcuni riquadri lasciati bianchi oppure come didascalia di tutto il collage.

Questo è un esercizio che si può ripetere una volta al mese. Può aiutare discutere la scelta delle immagini e del testo con un esperto (psicoterapeuta) per spiegare ciò che abbiamo scelto, ciò che abbiamo nascosto e quali emozioni tutto questo suscita.