Molti di noi sanno che la nostra generazione ha perso il potere sulla propria vita e sul proprio tempo. Ma quanti di noi hanno il coraggio di ribellarsi a questo meccanismo?
Lei è Francesca Danese, e ha presentato la sua visione del problema in un’opera tutta sua che parla del suo passato: “VìtVìt, storia di una pendolare”; “davanti a lei i segni della vita quotidiana, in un ordine apparente che rimanda in realtà ad una ossessiva routine dove non esiste alcun ordine, ma solo “ordini”. E allora “VìtVìt! (dall’espressione francese vite vite!), di corsa.”
Il meccanismo della routine che si inceppa non si blocca, ma esplode in tutta la sua follia! E per lei questo meccanismo inceppato è esploso in un laboratorio artistico omaggio alla vita, alle persone e al tempo.

In un mondo che corre, corre e corre, c’è chi ha scelto di non fare a meno dell’arte, ciò che più di ogni altra cosa ci rende umani.
In frame: Chiara Vallo (thanks to Chiara)
“Io sono Chiara, ed ho praticamente una doppia vita: lavoro di notte in un locale di cocktail in centro e durante il giorno cerco di dedicarmi alle mie passioni. Delle volte mi capita di andare al lavoro e di servire i cocktail con l’acconciatura che ho messo su per recitare la mia parte sul set!! Il mio sogno è quello di lavorare in ambito cinematografico. La consapevolezza di amare la recitazione è arrivata solo a 27 anni, e da quel momento ho deciso di dedicare tutta me stessa per impegnarmi in questa passione; ho cofondato anche un laboratorio cinematografico.
Ho scelto di frequentare “movimenti teatrali” perché Francesca mi ha fatto un’ottima impressione sin dal primo momento; nutro verso di lei ed il suo percorso di studi moltissima stima.
Mi piace molto la compagnia di cui faccio parte perché è piuttosto eterogenea, composta da persone di età ed esperienze di vita differenti.
Nonostante io sia per lo più un’autodidatta, sono pienamente cosciente che per ottenere buoni risultati nella recitazione bisogna confrontarsi, lavorare con gli altri e scambiare le energie. Sono di natura tendenzialmente solitaria, ma mi ritengo molto fortunata a frequentare questo gruppo, sono molto affezionata alle persone che lo compongono e a quello che sappiamo essere tutti insieme.”

In frame: Teresa Guadalupi
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“Il laboratorio teatrale mi ha dato la possibilità di conoscere meglio me stessa e di sperimentare in me personalità diverse. Recitare nel ruolo di un personaggio significa vivere altre vite che comunque in qualche modo ci appartengono, infatti dopo tutto sei sempre tu a dare forma e contenuto al tuo personaggio.
Si entra in contatto con la parte più intima di se, quella più remota, e la si mette in relazione con quella degli altri compagni di laboratorio. È fantastico conoscere le persone attraverso le emozioni condivise e scoprirne la parte più autentica e più vera. Se potessi rinascere, sceglierei di fare l’attrice.
Mi chiamo Teresa. Per caso quattro anni fa ho partecipato al mio primo laboratorio teatrale ma ho sempre amato il teatro e la recitazione. Far parte di un gruppo come il nostro è un’esperienza intensa e coinvolgente nella quale mi sono buttata a capo fitto, dalla quale non vorrei più uscirne. Mi piace molto lavorare in gruppo e condividere con gli altri le mie passioni.
Penso che lo spettacolo finale, culmine del percorso annuale fatto insieme, sia qualcosa di travolgente, in grado di regalare emozioni fortissime dalle quali è veramente difficile riprendersi per ricondursi alla normalità.”

In frame: Paola Giglio
“Posso dire di non avere un sogno nella vita; la mia quotidianità è fatta di gesti e azioni che diventano ciò che voglio vivere ed essere e questo mi fa stare bene, questo è il sogno che vivo!
Sono Paola e lavoro con i bambini. Conduco per loro laboratori teatrali, centri estivi, servizi ludici e di sostegno scolastico.
Amo il teatro perché mi tiene sveglia e mi ricorda che posso essere tante cose. “Movimenti teatrali” è una bellissima esperienza di risveglio. Penso sia importante nella crescita di una persona, e specialmente di un attore, lavorare in un gruppo. Se poi si tratta di persone genuine come i miei compagni, è ancora meglio!”

In frame: Giuseppe
“Nella vita, in questo momento, sto attraversando un periodo sabbatico, e diciamo che più che un lavoro sto cercando la mia strada. Pian piano prende forma e tutto sembra sempre più chiaro, ma c’è bisogno ancora di tempo. Il mio sogno? Lavorare nel sociale! Ho tanto da dare e c’è tanto bisogno ovunque; sono sicuro che ci riuscirò, sono ottimista e carico a palla.
Perché faccio parte di Movimenti Teatrali? Ebbene sì, perché mi piace recitare! Amo essere più spesso possibile qualcun altro e poi penso sia una bella opportunità di svago passare del tempo con la mia compagnia, un gruppo che trovo molto stimolante, creativamente ed emotivamente. Insomma li vogghiu bbeni a tutti.”

In frame: Stefania Robassa
“Il desiderio di voler diventare attrice l’ho partorito in seconda media. Ricordo proprio il momento . Vedevo uno sceneggiato de “Il Trio”. Da quel momento fui completamente attraversata dal talento di Anna Marchesini. Mi chiamo Stefania, ho 37 anni e per me lei ancora oggi è l’emblema della forza e della caparbietà. Da allora l’ho studiata, letto i suoi libri ed imitata pedissequamente. È sempre un po’ con me. Crescendo ho coltivato questo desiderio un po’ da autodidatta, poi frequentando vari laboratori ed una Scuola di recitazione. Negli ultimi anni mi sto sperimentando nella scrittura, imbastendo dei monologhi e brevi racconti che condivido sul web. Recitare per me è la panacea, il mio pezzettino di cielo stellato dove la timidezza per un attimo è eclissata, sentendomi “autorizzata” a diventare tutto senza diventare rossa. La vita mi ha portato per un periodo a privarmi di questo privilegio, riavvicinandomi a piccoli passi da circa un anno, frequentando il laboratorio “Movimenti Teatrali”condotto da Francesca Danese. Sono felice di consumare il mio tempo con lei ed il resto del gruppo. Siamo mossi da diversi motivi, diverse esperienze e lavorare assieme genera sempre cose belle e qualche piccolo miracolo, a volte, accade.
Francesca non conduce semplicemente un corso di teatro, oltre alle sue conoscenze offre tutta se stessa e, come dice lei, “sequestra le persone”. Apprezzo molto la sua scelta di creare un laboratorio qui a Brindisi dando il suo apporto culturale ad una città ancora troppo dormiente.
A volte penso che sarebbe stata più semplice una vita senza ‘sto sogno di voler far l’attrice, che sia complicato, un pensiero ingombrante che ti regala notti insonni e grattacapo continui… ma è il mio sogno… e me lo abbraccio tutto”