Si dice che la fotografia sia una passione dagli alti costi, ma non è così.
Fare fotografia significa comunicare, e per comunicare non serve la perfezione. Uno smartphone non è uno strumento ottimale per fare fotografie professionali, ma non è detto che non possa comunque consentire di accedere ai benefici offerti dalla pratica fotografica.
Obiettivi, corpo macchina, illuminatori, comandi remoti, cavalletti; sono tanti i mezzi che potrebbero essere usati per raggiungere un livello qualitativo eccellente delle immagini, ma quanti si preoccupano di sviluppare un’idea propria, di pianificare un progetto e di completarlo con l’esposizione delle stampe? Per fare questo serve studiare ed anche progettare.
Ciò che serve è il tempo, la voglia di esplorare argomenti nuovi, di confrontarsi con gli altri, di incontrare persone. C’è veramente tanto da imparare, in termini di tecnica visiva ma sopratutto progettuale. Per imparare esistono innumerevoli raccolte di video e testi, disponibili anche gratuitamente, ci sono i corsi ed i workshop tenuti da esperti, spesso online e spesso dal vivo, ed infine ci sono i grandi fotografi che hanno fatto la storia, che sanno essere fonte di ispirazione e valgono come prezioso insegnamento.
Ecco che la cosa più importante diventa il bagaglio culturale derivante dalla formazione ed anche dalla realizzazione di progetti, e non l’attrezzatura all’ultimo grido. La fotografia rimane la pratica che è sempre stata, intatta oggi come lo era in passato, nonostante l’influenza dell’evoluzione tecnologica degli strumenti (e nonostante l’influenza dei social).
Sembra banale dirlo, ma della fotografia la cosa più sbalorditiva è l’esperienza fotografica, che si fa quando si interagisce con l’ambiente e quando si incontrano le persone. Penso che spendere sia comunque importante, ma conviene farlo per la formazione e per la progettazione, quindi in termini di tempo più che economici. Dunque va bene persino un telefonino per fotografare, perchè si fotografa con la mente e con il cuore.